Una proposta e un appello per la difesa dell'identità del Vecchio Conventino in Oltrarno, a Firenze

La proposta del Comitato si caratterizza per la richiesta di ritirare il previsto inserimento di funzioni abitative all’interno del complesso, espressa attraverso specifiche deliberazioni e che sta prendendo corpo con la progettazione condotta dalla Fondazione Michelucci, incaricata dall’Amministrazione per tale specifico scopo. Tale decisione risulta però contrastante con la storia, la funzione ed il significato architettonico ed urbanistico del complesso e si configura come una forzatura che non tiene in alcun conto le specificità del complesso e del quartiere nel quale è inserito.

Viene denunciato dal Comitato lo stridente cambiamento di rotta dell’attuale Amministrazione rispetto a quella Primicerio che l’ha preceduta, così come quello dei DS, che avevano promosso, nel 1998, un’iniziativa di rilancio delle attività artigianali ed artistiche nel Conventino di respiro internazionale, ed oggi, con gli stessi esponenti, risultano appoggiare questa iniziativa della Giunta che, paventa il Comitato, prefigura lo smantellamento definitivo di ogni possibilità di sviluppo e di valorizzazione del complesso e delle attività artistiche ed artigianali che storicamente lo hanno caratterizzato.

Nella proposta il Comitato evidenzia fortemente la peculiarità del complesso ed il suo rilevante valore culturale e sociale che appare non esser tenuto in alcun conto dall’Amministrazione, che ha affidato l’iniziativa esclusivamente all’Assessorato al Patrimonio, senza alcun coinvolgimento di quella alla Cultura, come si trattasse di un edificio ordinario di nessun valore.

Il documento alternativo elaborato dal Comitato non si limita tuttavia all’opposizione all’inserimento delle destinazioni residenziali all’interno del complesso, ma contiene la riproposizione di una ipotesi gestionale che era già stata avanzata dagli operatori della struttura nel 1994, e che oggi, alla luce degli ultimissimi eventi, si ripropone di assoluta attualità.

La costituzione di un ente misto pubblico-privato, con maggioranza di controllo pubblica e partecipazione degli utilizzatori e di istituzioni locali, al quale sia affidata la gestione del complesso attraverso una opportuna convenzione, potrebbe costituire una utile forma di soluzione. Dovrebbe essere tale ente ad individuare gli strumenti e a reperire i fondi per attuare l’intervento di restauro e valorizzazione del complesso, senza gravare sulle finanze comunali, già fortemente provate dai tagli previsti in Finanziaria, secondo le affermazioni del Sindaco. Non appare infatti né credibile né auspicabile lo stanziamento di una cifra pari a più di 3.000.000 di Euro, come previsto nella Delibera n. 131/64 del 19/2/2002, per il restauro e l’adeguamento del complesso alle funzioni abitative, da sottrarre alle esangui casse comunali, e quindi ad altri utilizzi sociali primari.

Nel caso in cui la proposta non venisse accolta e l’Amministrazione intendesse proseguire nella sua linea di intervento diretto a carico della collettività, si propone un’alternativa molto meno dispendiosa ed altrettanto efficace, per la sopravvivenza delle botteghe e la piena utilizzazione della struttura. Il Comune dovrebbe provvedere in questo caso ad un intervento di semplice manutenzione delle parti comuni (facciate, tetti, servizi, antincendio, ecc.) per la messa a norma del complesso, di spettanza della proprietà, che è stato attentamente valutato attraverso uno studio analitico e quantificato in € 700.000; gli utilizzatori della struttura si assumerebbero l’onere di intervenire, su un disciplinare concordato, per il restauro delle proprie botteghe, attraverso un intervento in autofinanziamento del valore complessivo stimato in € 300.000, attraverso la sottoscrizione di una convenzione di locazione che tenesse in debito conto tale esborso finanziario.

Sono intervenuti a sostegno della proposta il presidente dell’Associazione Idra Girolamo DELL’OLIO, il presidente di Italia Nostra Toscana prof. Leonardo ROMBAI, il presidente di Firenze Viva prof. Marco CHIARINI, il prof. Ugo BARLOZZETTI per ArtWatch Italia, l’operatrice culturale Maja HAEDERLI e l’arch. Nuccia RIZZITANO.

Nel corso della conferenza sono stati resi noti il testo (qui di seguito) e l’elenco dei primi firmatari dell’appello al Sindaco di Firenze “Per la difesa dell’identità del Vecchio Conventino”con cui il Comitato Tutela Conventino, Idra, Italia Nostra Toscana e ArtWatch Italia propongono alla cittadinanza e agli estimatori di Firenze di pronunciarsi a favore della salvaguardia dell’identità storica del complesso artistico e artigianale d’Oltrarno.

Fra le prime e più significative adesioni, oltre a quelle degli intervenuti alla conferenza stampa, le firme di Mario LUZI e James BECK.Chi intende sottoscrivere l’appello può consultarne il testo sul sito web di Idra http://associazioni.comune.firenze.it/idra/inizio.html, nella rubrica “Appelli e petizioni”, e inviare la propria adesione via fax ai numeri 055.246.41.49 o 055.233.76.65, oppure via e-mail agli indirizzi arch.vannoni@iol.it o idrafir@tin.it, indicando nome e cognome, titolo o professione, indirizzo.

Appello al Sindaco del Comune di Firenze PER LA DIFESA DELL’IDENTITÀ DEL VECCHIO CONVENTINO una proposta di conservazione e valorizzazione del Monastero di S. Teresa

Il complesso denominato “Il Conventino” costituisce un raro esempio di architettura monastica di epoca moderna, unico in Firenze. I non molti studi che lo hanno avuto per oggetto hanno evidenziato la stupefacente qualità espressiva del luogo, determinata dalla perfetta coincidenza semantica dell’architettura alla “regola” monastica e all’uso cui era destinato.

Fatti storici hanno imposto un diverso destino, sostituendo la comunità di religiose di clausura con quella, sanguigna e colorita, degli artisti e degli artigiani, autentico substrato storico-sociale della città e dell’Oltrarno in particolare.

Il luogo ha vissuto senza traumi questa curiosa sostituzione, imponendo un rapporto simbiotico e claustrale alla varia umanità che lo ha attraversato, adattandovisi e rispettandolo, per gli ultimi ottanta dei poco più di cento anni della sua vita.

Questo luogo, idea trascendente fatta materia e divenuta storia, e questa storia fatta di emozioni, fatica, sudore, umanità, rispetto, cultura nel senso più ampio e nobile del termine, vengono oggi messi in grave pericolo da una improvvida iniziativa, connotata da un’apparente totale mancanza di rispetto, sensibilità e cultura, proprio da parte di quella proprietà pubblica che era intervenuta nel lontano 1976 col dichiarato e solenne impegno a promuovervi le tradizioni dell’arte e dell’artigianato fiorentini.

Anche l’ultimo luogo, forse, in Oltrarno e a Firenze, in cui ancora si respira l’atmosfera della creazione libera e schiva, in cui la meditazione può accompagnare – per il particolare timbro ambientale del sito – l’atto espressivo, viene dunque piegato, nelle intenzioni dell’Amministrazione Comunale, ai processi in atto di marginalizzazione ed espulsione delle attività storiche, a vantaggio della “ineluttabile” logica della rendita speculativa e parassitaria.

L’idea di inserire, nel corpo vivo di questo complesso, funzioni abitative che gli sono del tutto estranee e con esso incompatibili, assume anche la valenza iconoclasta dello sfregio che marca una violenta discontinuità storica e stravolge ogni rapporto preesistente. E pensare che vi sono luoghi in tutto il mondo che ancora oggi vengono edificati appositamente con analoghe finalità, a beneficio degli artigiani ed artisti che chiedono di condividere una dimensione cenobitica.

La vicenda è resa ancora più incomprensibile dalla schizofrenia di una gestione politica che solo pochi anni fa promuoveva, sullo stesso complesso, iniziative di valorizzazione di respiro europeo. Per tacere degli strumenti finanziari previsti, che rispondono a vecchie logiche verticistiche di gestione diretta, che impegnano il sempre più scarso denaro pubblico, distogliendolo da più utili e necessari impieghi.

Noi Le chiediamo, signor Sindaco, di intervenire sul processo di progettazione in atto intorno al Vecchio Conventino, di escludere ogni ipotesi di inserimento di funzioni diverse da quelle artistiche e artigianali, accogliendo e valutando la proposta di riqualificazione del complesso avanzata dal Comitato Tutela Conventino ed assicurando il pieno accesso dei cittadini all’informazione e all’autentica partecipazione a tutte le fasi della produzione delle scelte e della gestione dell’intervento.